sabato 22 giugno 2013

In Vinile, di Sergio Pardini



The Fantastic Vanilla Fudge (doppio LP –Atlantic)


I Vanilla Fudge nacquero nel 1966 a New York. Ne erano componenti: Tim Bogert-(basso), Carmine Appice-(batteria), Mark Stein-(tastiere) e Vince Martell (vero nome Vincenzo Martemucci)-(chitarra). Per un breve periodo si fanno chiamare Pigeons su suggerimento di un’amica, dicono le biografie, poi scelgono il nome definitivo, Vanilla Fudge, ispirato ai coni di gelato aromatizzati alla vaniglia
All’inizio Mark Stein, Vince Martell e Tim Bogert suonavano un abbastanza semplice soul col nome appunto di Pigeons, poi con l’ingresso nel gruppo del vigoroso batterista Carmine Appice e l’approdo alla Atco, sotto la tutela del produttore Shadow Morton le cose cambiano. Il gruppo non ha però alcun talento per la composizione (mancanza non da poco e che li danneggerà in fretta) ma un indubitabile ridondante virtuosismo interpretativo non manca di certo. Nasce così l’ album d’esordio tutto di cover.
Grandi ammiratori dei Beatles, eseguirono in modo del tutto personale cover di Ticket to Ride ed Eleanor Rigby ma il grande successo arrivò con una versione dura e psichedelica di You Keep Me Hangin' On, brano portato al successo dalle Supremes.
Un'altra cover che li ha consegnati alla storia della musica moderna è quella di Some velvet morning, un brano morbido originariamente composto da Lee Hazlewood, ed eseguito dall'autore in duetto con Nancy Sinatra, i Vanilla ne danno un'interpretazione personalissima, decisamente psichedelica e portata alla ricerca di sonorità estremamente stridenti con l'originale e che ne fanno un sorta di manifesto della psichedelia. Di quel periodo è anche una originalissima interpretazione di Bang Bang , conosciuta in Italia per la traduzione eseguita dell’Equipe 84.
I Vanilla Fudge esordirono nel 1967 con un album omonimo composto esclusivamente,come ho detto, da cover di pezzi di ogni genere (dall’easy listening al soul, dal beat al rock and roll, dai Beatles a Curtis Mayfield) e ne proposero una versione eccentrica, acida, un po’ presuntuosa, forse anche un po’ kitsch ma molto affascinante e senza dubbio molto originale. Il primo disco dei Vanilla Fudge è uno di quegli album che, come tutte le opere molto particolari ed eccessive (nel bene e nel male), o lo si ama o lo si disprezza del tutto.


Parlare dei Vanilla da l’impressione di parlare di artisti mai compresi completamente e mai rivalutati come accade per moltissimi gruppi della storia del rock. Molto amati in Italia, al pari dei gruppi più famosi di allora, ma stranamente meno conosciuti nel resto del mondo. Succede infatti, che molti ex ragazzi italiani degli anni '60 riconoscano al volo le particolari sonorità della formazione americana, ma sono praticamente sconosciuti tra gli ascoltatori più giovani.
Questo gruppo è tanto originale quanto affascinante. Il suono dei quattro ragazzi di New York è infatti quanto di più strambo potesse capitare all’epoca, cioè come accennato verso la fine degli anni 60. Un suono caratteristico, un efficace e bizzarro miscuglio di psichedelia, inizi progressivi, intrecci hard rock e imbeccate sinfoniche. Il risultato all’orecchio dell’ascoltatore è immediato, evidente, riconoscibile, un marchio di fabbrica, un simbolo, come poche altre band della storia del rock. Non era pura psichedelia la loro, non si trattava nemmeno di rock - anche se di lì a poco sarebbero comparse sulla scena formazioni come i Deep Purple che si ispiravano ai suoni più duri suonati dal gruppo – e non era nemmeno progressive, dato che sarebbe poi germogliato in Europa qualche anno dopo, ma il loro era un suono senz'altro personalissimo.
L’ambizione era tanta, anche se a volte i risultati erano un po’ ambigui, ma forse è proprio qui il bello del gruppo. Il sound è sicuramente pregevole: dalle inflessioni indiane, alle progressioni delle tastiere, alla batteria assordante di Appice. Sono fascini opposti che apparentemente non sono compatibili, ma il gruppo è sempre così esagerato nel forzare gli schemi conficcando tutto dentro il pezzo eseguito, che alla fine esplode un arcobaleno sonoro , un misto dei primi Deep Purple ,degli gli Uriah Heep, o addirittura timbri che ricordano i Black Sabbath.
The Fantastic Vanilla Fudge è un album doppio, con poster all'interno . Questa doppia compilation LP è stata pubblicata solo in Italia, per celebrare la loro vittoria al Festival di Venezia 69 dove furono la prima rock band premiata con il prestigioso premio Gondola d'oro.
Tra i pezzi inclusi nei due LP cito:The beat goes on, You keep me hanging on, Bang Bang, Some velvet morning e Fur Elise and moonlight sonata di Beethoven!










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