The
Fantastic Vanilla Fudge (doppio LP –Atlantic)
I
Vanilla Fudge nacquero nel 1966
a New
York. Ne erano
componenti: Tim
Bogert-(basso),
Carmine
Appice-(batteria),
Mark
Stein-(tastiere)
e Vince
Martell (vero nome
Vincenzo Martemucci)-(chitarra).
Per un breve periodo si fanno chiamare Pigeons su suggerimento di
un’amica, dicono le biografie, poi scelgono il nome definitivo,
Vanilla Fudge, ispirato ai coni di gelato aromatizzati alla vaniglia
All’inizio
Mark Stein, Vince Martell e Tim Bogert suonavano un abbastanza
semplice soul col nome appunto di Pigeons, poi con l’ingresso nel
gruppo del vigoroso batterista Carmine Appice e l’approdo alla
Atco, sotto la tutela del produttore Shadow Morton le cose cambiano.
Il gruppo non ha però alcun talento per la composizione (mancanza
non da poco e che li danneggerà in fretta) ma un indubitabile
ridondante virtuosismo interpretativo non manca di certo. Nasce così
l’ album d’esordio tutto di cover.
Grandi
ammiratori dei Beatles,
eseguirono in modo del tutto personale cover
di Ticket
to Ride ed Eleanor
Rigby ma il grande
successo arrivò con una versione dura e psichedelica
di You Keep Me Hangin' On, brano portato al successo dalle Supremes.
Un'altra
cover che li ha consegnati alla storia della musica moderna è quella
di Some
velvet morning, un
brano morbido originariamente composto da Lee
Hazlewood, ed eseguito
dall'autore in duetto con Nancy
Sinatra, i Vanilla ne
danno un'interpretazione personalissima, decisamente psichedelica e
portata alla ricerca di sonorità estremamente stridenti con
l'originale e che ne fanno un sorta di manifesto della psichedelia.
Di quel periodo è anche una originalissima interpretazione di Bang
Bang , conosciuta in
Italia per la traduzione eseguita dell’Equipe 84.
I
Vanilla Fudge esordirono nel 1967 con un album omonimo composto
esclusivamente,come ho detto, da cover di pezzi di ogni genere
(dall’easy listening al soul, dal beat al rock and roll, dai
Beatles a Curtis Mayfield) e ne proposero una versione eccentrica,
acida, un po’ presuntuosa, forse anche un po’ kitsch ma molto
affascinante e senza dubbio molto originale. Il primo disco dei
Vanilla Fudge è uno di quegli album che, come tutte le opere molto
particolari ed eccessive (nel bene e nel male), o lo si ama o lo si
disprezza del tutto.
Parlare
dei Vanilla da l’impressione di parlare di artisti mai compresi
completamente e mai rivalutati come accade per moltissimi gruppi
della storia del rock. Molto amati in Italia, al pari dei gruppi più
famosi di allora, ma stranamente meno conosciuti nel resto del
mondo. Succede infatti, che molti ex ragazzi italiani degli anni '60
riconoscano al volo le particolari sonorità della formazione
americana, ma sono praticamente sconosciuti tra gli ascoltatori più
giovani.
Questo gruppo è tanto originale quanto affascinante. Il suono dei quattro ragazzi di New York è infatti quanto di più strambo potesse capitare all’epoca, cioè come accennato verso la fine degli anni 60. Un suono caratteristico, un efficace e bizzarro miscuglio di psichedelia, inizi progressivi, intrecci hard rock e imbeccate sinfoniche. Il risultato all’orecchio dell’ascoltatore è immediato, evidente, riconoscibile, un marchio di fabbrica, un simbolo, come poche altre band della storia del rock. Non era pura psichedelia la loro, non si trattava nemmeno di rock - anche se di lì a poco sarebbero comparse sulla scena formazioni come i Deep Purple che si ispiravano ai suoni più duri suonati dal gruppo – e non era nemmeno progressive, dato che sarebbe poi germogliato in Europa qualche anno dopo, ma il loro era un suono senz'altro personalissimo.
Questo gruppo è tanto originale quanto affascinante. Il suono dei quattro ragazzi di New York è infatti quanto di più strambo potesse capitare all’epoca, cioè come accennato verso la fine degli anni 60. Un suono caratteristico, un efficace e bizzarro miscuglio di psichedelia, inizi progressivi, intrecci hard rock e imbeccate sinfoniche. Il risultato all’orecchio dell’ascoltatore è immediato, evidente, riconoscibile, un marchio di fabbrica, un simbolo, come poche altre band della storia del rock. Non era pura psichedelia la loro, non si trattava nemmeno di rock - anche se di lì a poco sarebbero comparse sulla scena formazioni come i Deep Purple che si ispiravano ai suoni più duri suonati dal gruppo – e non era nemmeno progressive, dato che sarebbe poi germogliato in Europa qualche anno dopo, ma il loro era un suono senz'altro personalissimo.
L’ambizione
era tanta, anche se a volte i risultati erano un po’ ambigui, ma
forse è proprio qui il bello del gruppo. Il sound è sicuramente
pregevole: dalle inflessioni indiane, alle progressioni delle
tastiere, alla batteria assordante di Appice. Sono fascini opposti
che apparentemente non sono compatibili, ma il gruppo è sempre così
esagerato nel forzare gli schemi conficcando tutto dentro il pezzo
eseguito, che alla fine esplode un arcobaleno sonoro , un misto dei
primi Deep Purple ,degli gli Uriah Heep, o addirittura timbri che
ricordano
i Black Sabbath.
The Fantastic Vanilla
Fudge è un album doppio, con poster all'interno . Questa doppia
compilation LP è stata pubblicata solo in Italia, per celebrare la
loro vittoria al Festival di Venezia 69 dove furono la prima rock
band premiata con il prestigioso premio Gondola d'oro.
Tra i
pezzi inclusi nei due LP cito:The beat goes on, You keep me hanging
on, Bang Bang, Some velvet morning e Fur Elise
and moonlight sonata di Beethoven!
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