George
Benson-The
other side of Abbey Road
George Benson è nato a
Pittsburgh il 22 marzo 1943. Il suo primo album risale al 1964 :The
new boss guitar, con Jack McDuff all’organo.
Appena poche
settimane dopo l’uscita negli Stati Uniti del canto del cigno dei
Beatles, Abbey Road, George Benson, ha reinterpretato in studio una
traduzione pop-jazz di quel 33 giri. La copertina è una parodia di
quella famosa dei Beatles, infatti Benson è fotografato, con la
chitarra sottobraccio, mentre attraversa una strada. È un album
quasi poetico, con un pizzico di ambiguità, ma con esecutori di
grandissimo livello, fra cui: oltre allo stesso Benson alla
chitarra e alla voce,ci sono:Ray Barretto: Percussioni e batteria,
Ron Carter: Basso, Herbie Hancock :Organo, Piano, Harpsichord, Jerome
Richardson: Flauto, Sassofono, Sax tenore e Freddie Hubbard alla
tromba
Gli arrangiamenti
di Don Sebesky vagano liberamente da archi quasi barocchi a
consistenti big band, con parti soliste di grande spessore sia di
Benson naturalmente ma anche di Hancock. Hubbard e Rchardson . Anche
se i puristi del jazz probabilmente non furono entusiasti
quando nel 1970 uscì questo disco dato che George Benson, era già
nel firmamento delle star del jazz, nonostante la sua giovane età,
e questo lavoro non può definirsi puramente rispecchiante quel
genere di musica . Ma resta un grande ed importante album dedicato
alle canzoni dei Beatles, dove sono state aggiunte una giusta
quantità di jazz ed una buona porzione di archi e percussioni
latineggianti. Oggi, a più di quaranta anni , questa scelta, che va
da Come Together a The End, non ha perso niente della sua intensità,
perchè non sono semplici copie, ma piccoli capolavori, nei quali le
leggendarie idee dei Favolosi Quattro, sono esaltate dalla sfumatura
jazz e dalla bravura degli esecutori. La voce di Gorge Benson è
riservata e poco invadente anche se al primo ascolto sembra un po’
sdolcinata, cosa che a mio modesto parere è voluta proprio per non
dare nessun appiglio a chi avesse pensato di paragonarla a quelle
personalissime di John e Paul, ma come chitarrista non è certo in
discussione. Gli altri solisti .Freddie Hubbard, Jerome Richardson e
Herbie Hancock offrono uno sfondo di primissimo grado negli
arrangiamenti ispirati da Don Sebesky. Sebbene questo LP non sia il
vertice per la storia del jazz, una cosa ha contribuito a fare: ha
aperto sicuramente nuove spazi alle vibrazioni del jazz. E questa è
la ragione per la quale si ascolta ancora oggi con grande piacere.
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