martedì 15 gennaio 2013

Mauro Corona. Siate onesti e niente recite.

È vero.. lo so il blog dovrebbe parlare d’arte… ma non posso non mettere questa intervista a questo grande uomo e scrittore.
Ho incontrato Mauro Corona a Pietrasanta qualche anno fa per la presentazione del suo libro, “La fine del mondo storto”. Ma fra una birra e l’altra non si è parlato solo di letteratura, ma di amore, montagna, maturità. Una chiacchierata quanto mai spontanea ed educativa,un vero regalo dell' uomo della montagna infinita, che ricordo con molto affetto.


Valeria: Un grande scalatore come lei, ha mai scalato sulle nostre Alpi Apuane?
Mauro Corona: No, ma adesso che sono stato a Pietrasanta, mi sono promesso che tornerò  presto per scalare le Apuane e bere Brunello.
Qui a Pietrasanta ho trovato un mondo bellissimo, pieno di botteghe di scultori, arte, gente che ancora beve e parla al bar..  è l’unico posto dove vivrei dopo Erto, però mi dovete promettere che non fate diventare Pietrasanta come Forte dei Marmi, troppi vip, è così che si chiamano quelli della tv vero?

V: È vero che a Erto il paese nella Valle del Vajont dove vive c’è un pellegrinaggio di suoi lettori?
MC: La mia non è una casa è un officina, dove vivo, scolpisco, dormo, scrivo e scalo, infatti mi sono costruito anche una parete per scalare. Si vengono molte persone a trovarmi anche se non ho ancora capito bene il perché, comunque ci beviamo una birra insieme, il tempo per quello lo trovo sempre.
Proibire di bere ai ragazzi è come chiedere che non piova. Bisogna educare i giovani a bere. A bere bene.

V: I suoi romanzi sono una grande epopea della montagna anche il suo prossimo libro parla dei segreti della montagna?
MC: Sa una cosa, intanto non sopporto più che si dica che i miei libri li scrive mia cognata… magari avessi come cognata Gabriel Garcia Marquez allora potrebbe anche andarmi bene.
E ora basta raccontare di montagna bisogna iniziare a parlare di natura. Se un mattina ci alziamo e non c’è più petrolio che fa l’uomo? Solo la paura della morte fa tornare indietro l’uomo. Ci renderemmo conto che viviamo in mezzo a troppe cose inutili. Anche la letteratura è un privilegio di chi ha almeno un pasto al giorno. Tutto è inutile, basta il cibo per sopravvivere e il cibo lo da la terra. L’unica cosa che mi inginocchiare dopo Dio e la terra è una frase che mi diceva sempre mio padre.

V: Lei di cosa ha paura?
MC: Ho sessant’anni ho guadagnato abbastanza e non me frega più nulla di nulla. Con questo libro mi scaverò la fossa ma mi sono tolto molti sassolini dalle scarpe. Purtroppo anche alle gente  frega poco degli altri, la paura delle morte quand’è lontana come le guerre in Afghanistan o in Iraq non interessano a nessuno, è quando diventa generalizzata che ci stringe il culo.

V: C’è spazio per l’amore nel suo romanzo?  
MC: Che cagata… ecco una cosa che andrebbe censurata sono i testi delle canzoni di Sanremo. Pessoa diceva che tutte le lettere d’amore sono ridicole altrimenti non sarebbero d’amore. Amare è silenzio se tu ami stattene zitto. Amare è donazione non bisogno di affetto, bisogno di dipendenza, poi si diventa gelosi, paranoici, si arriva ad uccidere se uno ci rifiuta, ma siamo matti! La cronaca di questi giorni ci riporta casi assurdi… gente che uccide per gelosia.. ma ce ne rendiamo conto dove siamo finiti?

V: E sua moglie che dice di questa sua idea dell’amore?
MC: Mia moglie non la vedo da anni ma so che è viva e sta bene e questo mi basta. Sono sposato da più di trent’anni. Sa che per il nostro anniversario sono stato convinto da mia figlia a regalarle un anello. Allora sono andato in gioielleria la stessa dove ho comprato la fede del matrimonio, ho comprato un anello e ci ho fatto incidere “ mai più altrettanti”.

V: Effettivamente nei suoi romanzi le donne non hanno dei ruoli così importanti?
MC:Io amo le donne, e le temo ma sono creature meravigliose.  Io ho capito fin da piccolo, che le donne in realtà sono molto più forti degli uomini. La donna è stata disegnata da Dio, per chi crede, per la maternità è ovviamente più forte dell’uomo. La misoginia dilagante in alcuni paesi ed adesso anche in Italia è dovuta a questa paura. La donna è temuta.

V: Il suo prossimo libro ha un forte potere educativo che rapporto ha con i bambini?
MC: I bambini vanno lasciati giocare, non vanno fatti e lasciati lì… io non so se sono stato un bravo genitore, un bravo marito di sicuro no. Come fanno ora i bambini a non essere maleducati e razzisti se sentono i genitori durante una partita di calcio urlare sporco negro. I bambini sono spugne bisogna stare attenti, proteggerli.

V: Com’è stata la sua infanzia?
MC: Orfano con genitori viventi, ma c’è chi sta peggio. La gente muore di fame e gli scienziati stanno a contare i peli del culo di Marte, ma a chi se ne frega di Marte!

V: Il suo libro sarà catastrofico fino alla fine?
MC: Diciamo che l’uomo nel mio libro deve riscoprire il rapporto vero con la natura e se vuole vivere cominciare a mettere la testa a posto e smettere di fare certe cazzate.
L’Italia poi è il paese dei lavori furbi; c’è chi viene pagato per magiare, chi per guardare la tv ecco questi tipi nel mio libro fanno una brutta fine, non li faccio morire ma imparano a lavorare sul serio.
Gli industriali scoprono il tempo libero e si accorgono di stare pure bene.

V: Lei ha da poco compiuto sessant’anni, cosa ha imparato fino ad ora?
MC: Eh già, ho sessant’anni, cosa ho imparato non lo so. So che ho lavorato molto, camminato tanto. L’uomo deve riscoprire il gusto di camminare, di vedere con gli occhi, di assaporare le cose, di vivere veramente. Io sono un gran camminatore, tutte le mattine vado a camminare, amo la natura e cerco di imparare da lei tutto quello che ha da insegnarmi. Sono un’amante dell’arte ed ho imparato a scolpire il legno. Ho deciso di iniziare a scrivere e l’ho fatto senza pensarci su troppo. Sono un marito ed un padre, se buono o cattivo questo non lo so. Ho arrampicato da sempre. La montagna è una grande maestra di vita. Penso di essere un uomo molto fortunato perché ho sempre potuto fare quello che volevo. Fra qualche anno sarò un vecchio brontolone, noioso, attaccabrighe. Quando si invecchia si diventa sempre più cattivi, abbiamo molto da guardare indietro e ci rimane poco davanti. E questo fa paura.

V: Una domanda su un grande scrittore e suo grande amico, ci racconta qualcosa di Rigoni Stern?
MC: Prima di essere un grande scrittore era un grande uomo. Quando manca l’uomo non me ne frega nulla dell’artista. Rigoni Stern era un uomo, non si era mai montato la testa . Con lui ho camminato molto, bevuto,gli ho costruito un bastone per gli ultimi anni. Alla fine si arriva tutti lì, c’è la morte.
E chi siamo? Se un uomo si immagina sul cesso ha già capito tutto.

V: Mauro Corona ci regala tre regole di vita per i giovani?
MC: Intanto a te che scrivi, fallo sempre con il cuore ed il cervello. Non ti far influenzare da nessuno.
Poi per il resto sono semplici: essere sempre naturali, ci sono troppe finzioni oggi giorno. Onestà e niente recite.

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